Prosegue il momento difficile per il mercato italiano dell’auto. A ottobre è stata registrata la 26esima contrazione consecutiva delle vendite. La flessione rispetto all’ottobre 2012 è stata pari a -5,58%: 110mila circa le nuove immatricolazioni, un dato di poco superiore a quelle avvenute nel lontano ottobre del 1977 (93mila). Questi numeri sono stati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed evidenziano come, a differenza di altri Paesi europei, il settore continui a palesare evidenti difficoltà.
Il 2013, nel suo complesso, mostra un calo nelle vendite di circa l’8% rispetto al 2012. Eppure a settembre le nuove immatricolazioni avevano registrato un calo modesto (-2,53%, ossia 106.769 autovetture contro le 109.543 dello stesso periodo del 2012) facendo presagire il tamponamento di questa "emorragia". Cosa è accaduto in soli 30 giorni? Istat prova a fornire una spiegazione. La fiducia dei consumatori italiani a settembre era salita a 100,8 punti da 98,4 rilevati ad agosto. In termini assoluti, i dati presentati dall’Istat mostrano, in ogni modo, un Paese in pieno scoramento.
I due punti in più, tuttavia, si erano dimostrati sufficienti per ridare un, sebbene minimo, slancio ai consumi. Slancio di cui ha beneficiato anche il mercato dell’automobile. A ottobre, per ragioni sulle quali l’Istituto nazionale di statistica sta ancora indagando, la fiducia degli italiani è scesa a 97,3 punti: un bruttissimo crollo che ha interessato quasi tutti gli ambiti merceologici. Perché questo sentimento, la fiducia, sposta in maniera lapalissiana gli indici di spesa, meglio di qualsiasi altro fattore. Quando manca, un’automobilista si astiene dal chiedere un prestito per cambiare la propria vettura, pur avendo la possibilità di farlo. A poco serve osservare la convenienza di un’auto, magari resa evidente dal calcolo online del finanziamento: il portafoglio non si apre. La fiducia verso il domani, a quanto pare, è il miglior venditore di auto.
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